Durante l’Era quaternaria, si verificarono in Europa quattro grandi glaciazioni, ossia periodi caratterizzati dalla presenza di enormi masse glaciali che ricoprivano gran parte del territorio. Anche la Valtellina fu interessata da questo fenomeno e le sue forme attuali sono dovute, prevalentemente, all’intensa opera di esarazione e di modellamento operata dal ghiaccio.
Le glaciazioni più importanti, chiamate rispettivamente Günz, Riss, Mindel e Würm, furono intervallate da altrettanti periodi interglaciali in cui il clima era più mite.
Durante l’ultima espansione glaciale, che ebbe la sua punta massima 20.000 anni fa, il ghiacciaio principale valtellinese si estendeva per 200 km dall’alta valle fino all’attuale Brianza. Circa 10.000 anni fa si ebbe il ritiro dei ghiacciai.
Grafico che rappresenta il susseguirsi delle fasi glaciali ed interglaciali.
L’azione del ghiacciaio ha modellato la valle che nella parte alta conserva un profilo caratteristico a U. Dopo il ritiro dei ghiacci, il torrente Roasco ha inciso le rocce ulteriormente.
La Rupe Magna è un esempio di roccia montonata, la cui forma è da attribuire all’opera di intensa levigazione del ghiaccio, data dallo scorrimento lento, ma continuo, su di essa e dal trascinamento di una grande quantità di detrito.
Sulla Rupe Magna sono evidenti i segni dell’esarazione glaciale, infatti si possono notare almeno due gruppi di strie glaciali, cioè solchi lineari larghi sino a 1-2 cm e lunghi anche alcuni metri, rispettivamente dovuti al ghiacciaio principale valtellinese ed al ghiacciaio laterale della Val Grosina.